26 settembre 2025

Nessuna differenza tra sanità pubblica e sanità privata accreditata

Nel dibattito pubblico spesso si parla di sanità pubblica e privata come se fossero mondi opposti. Ma per il cittadino che accede alle cure questa contrapposizione non esiste. A sottolinearlo è Anna Nicchio, amministratore del Gruppo Mantova Salus, intervistata da Andrea Bignami di Sky durante l'assemblea generale di Confindustria Mantova:
 
«Potrei rispondere in due parole: nessuna differenza – spiega Nicchio –. Chi entra in un ospedale pubblico o in una struttura privata accreditata con una prescrizione del Servizio Sanitario Nazionale riceve le stesse prestazioni, alle stesse condizioni e con la stessa qualità. Pubblico e privato accreditato sono sottoposti ai medesimi controlli e devono rispettare identici standard. In Lombardia, poi, la parità è totale: entrambi possono gestire pronto soccorso, terapie intensive, centri trapianti o trasfusionali. Di fatto, per il paziente, non cambia nulla».
 
La distinzione, osserva Nicchio, riguarda piuttosto il lato economico. «Il nostro sistema sanitario è finanziato da risorse pubbliche limitate. A parità di prestazioni, il privato accreditato spesso riesce a essere più efficiente: se eroga una cura a un costo inferiore rispetto alla tariffa riconosciuta dal SSN, può reinvestire il risparmio in innovazione e nuove tecnologie. Il pubblico, invece, ha costi più alti e non sempre ha margini per innovare. Questo significa che, con le stesse risorse a disposizione, attraverso il privato si possono acquistare più prestazioni per i cittadini».
Guardando al territorio mantovano, Nicchio mette in evidenza un’esperienza considerata un unicum a livello regionale. «Vent’anni fa gli ospedali di Suzzara, Volta Mantovana e Castiglione delle Stiviere rischiavano la chiusura. Grazie alla lungimiranza delle istituzioni locali e alla collaborazione con i privati accreditati, furono avviate tre sperimentazioni gestionali che hanno permesso di rilanciare quelle strutture. Oggi quegli ospedali sono riqualificati, hanno ampliato i servizi e continuano a garantire assistenza al territorio».
 
Un modello che ha dimostrato tutta la sua efficacia soprattutto nei momenti di emergenza. «Durante la pandemia – ricorda Nicchio – siamo riusciti a vaccinare oltre 100.000 persone. È stato possibile solo grazie alla collaborazione tra ospedali, amministrazioni locali e associazioni di volontariato. La forza di questo territorio sta proprio qui: nella capacità di fare squadra per il bene della comunità».